Foto dell’Ambasciatore Matacotta, didascalia “Sono sicuro che siete tutti ansiosi di sapere come sta il mio limone della Quinta, oggetto di continue, assidue ed amorevoli cure…”, tabella con la citazione di Piero Pelù “L’Ambasciata più ganza del mondo”.
Non cerco di raccontare una storia ma esprimere degli affetti in modo naturale con il supporto della tecnologia (e con il mio italiano modesto), come il titolo.
[Ambasciatore Matacotta Cordella]
Cari amici,
oggi invece di mandarvi la solita foto del giorno vi chiedo io qualcosa. Sto allestendo il mio nuovo sito web; la disegnatrice che lo sta preparando mi ha chiesto qualche testimonianza sul mio lavoro di fotografo. Se adesso, o venti anni fa, vi ho fatto una foto che vi piace scrivetemi due righe dicendo quello che vi pare; se vi ho dato una foto che non vi piace non c’è bisogno di scrivere nulla. Grazie, Alfredo.
[Luna]
Egregio Ambasciatore,
mi piacciono tutte le foto che Lei mi ha fatto e quelle altre che ricevo ogni giorno da nove anni. Dietro ogni di esse c’è una storia interessante e/o da pensare. Le mando qua sotto anche un brano che ho scritto quando ero studentessa:
“… Ed ho incontrato l’Ambasciatore d’Italia in Vietnam. Tra me e lui c’era un sacco di differenze: stato sociale, età, nazionalità… Ma quelli che ho ricevuto da lui sono sempre sorprese interessanti. Oltre all’ammirazione di un ambasciatore di talento, di una profonda conoscenza della diplomazia, io lo ammiro anche per la sua fotografia.
Ciascuna delle sue fotografie è un flusso d’aria fresca che mi dà opportunità di fantasticare delle esplorazioni su diverse aree con meraviglie naturali e quelle umane: volare sul Kilimanjaro, navigare sui canali veneziani, vagare sulle strade vecchie di Hanoi*; poi incontri con gli anziani tradizionali caratterizzati vietnamiti che masticano il betel mentre chiacchierano**, un tibetano difficile da capire, l’esercizio ritmico delle fanciulline piene di sforzi e passione***…
Dalle sua foto, vedo un universo in miniatura, la combinazione dei colori, i movimenti e il significato potenziale della vita. Con gli occhi, vedo l’eleganza, l’armonia della luce, dei colori e della composizione; con il sesto senso, più profondamente, percepisco la bellezza sia concreta sia astratta emessa dall’anima umana. Lo spirito che emana dalle immagini bidimensionali ha una forza di riflettere la bellezza multidimensionale della vita. Da un punto di vista, vedo il dono delicato della natura; dall’altro, vedo l’essenza creata dal tempo e dall’uomo. Per me, la fotografia è uno dei modi migliori per salvare i preziosi momenti che non possono mai essere ripetuti. Ci possono essere foto non molto impressionate, ma capisco il significato profondo dopo aver letto la didascalia: breve ma concisa e spesso inaspettata.
Quelli sopraccitati sono alcuni dei miei pensieri sulla passione verso la sua fotografia. Nella vita quotidiana, lui è cordiale ed entusiasta. Parla con le altre persone con interessamento, fa delle gite in ogni angolo nei vecchi quartieri di Hanoi, va ai villaggi remoti del Vietnam per cercare l’ispirazione artistica; compra per sé frutti dai venditori ambulanti o acquista perfino una bella bicicletta per liberarsi dalla tristezza… Ero molto felice di partecipare al concorso fotografico che organizzava per studenti, essere fotografata da lui, ascoltare consigli utili da lui, o essere invitata un pane italiano delizioso con la spiegazione dell’origine da lui… Le sue fotografie del cielo italiano mi colpisce cosi’ forte che mi fanno confrontare sempre le cose che amo di piu’ con il cielo azzurro italiano…” (scritto nel 2005, quando ero al terzo anno del Dipartimento di Italianistica, 2005).
Con stima,
Luna
[Ambasciatore Matacotta Cordella]
Cara Luna,
e perché non me lo hai dato quando l’hai scritto? Il mio ego si sarebbe gonfiato come la Luna, appunto. Un bacio, Alfredo
[Luna]
Gentile Ambasciatore,
potrei publicare questa sua risposta sul mio sito personale https://luna.com.vn?
Buona giornata,
Luna
[Ambasciatore Matacotta Cordella]
Ma certo, pubblica pure! A.
(*) (**) (***) Sono delle immagini familiari a me, ma vedendole di nuovo dagli occhi da uno straniero, specialmente da quelli dell’Ambasciatore Matacotta, provo emozioni calorosi.